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(MZ-80K/2). Abbiamo accennato al fatto che I'80K/1 e' dotato di connettore posteriore per l'interfacciamento: difatti esiste una versione per cosi' dire ridotta all'osso identica all'MZ-80K/1, cioe' con 20K, ma non espandibile ne' interfacciabile, la cui sigla e' MZ-80/A, che costa meno di 1.200.000 e ci pare tagliata per usi prevalentemente "didattici", per l'apprendimento dei primi rudimenti del BASIC. Tornando alle possibilita' di espansione esterna del sistema, esse sono legate all'acquisto di una unita' di interfaccia parallela MZ-80 I/O dotata dei necessari buffer e di 5 slot per l'inserzione delle diverse schede di interfaccia disponibili. Come memoria di massa e' previsto il collegamento fino a due unita' a doppio minifloppy singola faccia, per un totale, quindi, di 4 drive, ciascuno con capacita' di 143K, ed un massimo di quasi 600 Kbyte il che e' una "quantita'" di memoria considerevole. Notiamo la mancanza di un drive singolo che consentirebbe agli utenti meno "abbienti" di diluire la spesa e acquistare il secondo solo quando ci si rende conto della sua effettiva necessita'. L'arrivo in Italia di un floppy singolo, pero', non dovrebbe essere lontano, almeno cosi' ci auguriamo, dato che sulle riviste giapponesi gia' esiste (MZ-80 SFD, Single Floppy Disc) ad un prezzo consigliato di 158.000 yen. La stampante che viene consigliata per le applicazioni "amatoriali" e' siglata MZ-80 P3. Si tratta, e' facile scoprirlo, di una Epson, "carrozzata" Sharp, simile a quella che correda il PET, ma con interfaccia parallela, diversa gestione del carriage return e soprattutto meno rumorosa: scrittura ad aghi, con matrice 6x7, 80 caratteri per riga, dotata di cingoli (tractor feed) per il trascinamento della carta (moduli continui). Completiamo questo quadro di presentazione generale citando come fondamentale, almeno per una certa classe di utilizzatori, il fatto che i manuali del BASIC sono stati tradotti in un ottimo italiano lasciando comunque immutata la originale veste grafica della versione inglese.

Descrizione
L'MZ-80K si presenta, esteticamente parlando, piuttosto bene: il mobile, ad eccezione del registratore a cassette, e' completamente metallico, di forme squadrate ma sufficientemente gradevoli grazie, riteniamo, al fatto che tastiera e video sono inclinati con angoli diversi verso l'utilizzatore. Visto che le dimensioni del complesso sono contenute in circa 40x50 centimetri, l'inserimento in ambiente dell'MZ-80K, almeno nella sua configurazione base, e' piuttosto agevole, anche in spazi ridotti: quando pero' e' necessario col legare le periferiche, le cose cambiano un po' visto che, alla fine, si ha bisogno di un tavolo largo piu' o meno un metro e venti. Notiamo, inoltre, che il posizionamento dell'unita' di interfaccia e' praticamente obbligato alla sinistra dell'unita' centrale: la lunghezza del cavo piatto schermato che si inserisce nel 
connettore di uscita dell'MZ-80K e' di soli 30 cm. Cio' trova comunque una parziale giustificazione di ordine tecnico nella impossibilita' di realizzarlo troppo lungo senza interporre dei buffer. Concludendo queste note di installazione, segnaliamo che ciascun pezzo (unita' centrale, interfaccia, dischi, stampante) necessita di un cavo di alimentazione separato e quindi, nonostante I'MZ-80 sia da considerarsi un personal "integrato", quando il sistema inizia a crescere c'e' il rischio di formare un groviglio di fili. Raccomandiamo caldamente di usare una tastiera da tavolo tipo Ticino 5615 S/A evitando assolutamente quelle "costruzioni" a base di spine triple che possono portare, per un contatto difettoso, alla perdita del lavoro (programma) di ore. Le finiture ci paiono di stampo prettamente nipponico e denunciano un tipo di lavorazione altamente industrializzata: basta osservare la verniciatura delle diverse unita' od il marchio Sharp in rilievo accanto alla spia sul frontale dell'unita' centrale. Ad essere sinceri, l'unita' di interfaccia e i dischi danno una impressione di robustezza ed affidabilita' maggiore di quella del resto del sistema; forse perche', essendo nate successivamente, hanno beneficiato della esperienza nel frattempo acquisita.
L'accesso all'interno e' molto agevole: l'MZ-80K si compone in pratica di due sezioni incernierate posteriormente, una con alimentatore e piastra madre, l'altra costituita da video, tastiera e registratore a cassette; la soluzione e' analoga a quella adottata dalla Commodore per il PET e molto comoda per eventuali interventi. La proverbiale ricerca della precisione anche nei particolari, tipica dei prodotti giapponesi, si spinge fino alla presenza di una vite di blocco del compasso che consente di tenere aperta la macchina, ed evita che possa richiudersi inavvertitamente sull'operatore. La realizzazione della piastra madre ci pare particolarmente ben fatta: e' in vetronite in spessore piuttosto elevato, che non tende quindi a flettersi molto neppure in caso di pressioni nella zona centrale, mentre la filatura, ridotta al minimo, termina con connettori a pettine. Gran parte degli integrati, quelli che non si prevede possano essere in seguito sostituiti, sono saldati direttamente allo stampato: cio' consente un certo risparmio sul costo degli zoccoli ed evita la possibilita' di falsi contatti sugli zoccoli stessi, una delle
L'MZ-80K si compone di' due sezioni incernierate
posteriormente che si aprono a compasso rendendo molto agevole l'accesso all'interno. Si noti, sul fondo, a destra della grande piastra che ospita la CPU (un microprocessore Z-80 costruito su licenza dalla Sharp) l'alimentatore, ampiamente schermato, che sembra essere di tipo convenzionale. Il cablaggio, grazie all'ordinata disposizione della tastiera e del registratore a cassette e' estremamente ridotto