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una
specie di stato di «insoddisfazione psicologica» che può far sembrare
anche il «tocco» (in effetti non dei migliori) peggiore di quanto non
sia realmente. Nell'uso corrente, a parte la rumorosità, non vi
sono tuttavia particolari problemi di digitazione: si tratta, in
sostanza, di una tastiera che si può definire abbastanza buona,
nonostante l'uso non del tutto accattivante. Veniamo, almeno brevemente, alla descrizione dell'interno della macchina. L'impostazione generale è la stessa della serie 3000, con la grossa piastra madre ed il trasformatore di alimentazione fissati alla base del contenitore di metallo. La tastiera ed il monitor sono invece fissati al coperchio, che è incerniato lungo il lato posteriore come un cofano di automobile. Diversa, sempre con riferimento alla serie 3000, è la disposizione dei componenti sulla piastra madre: nelle foto si può vedere là fila delle RAM, le ROM (cinque più due zoccoli liberi), il microprocessore 6502 verso il fondo e, sul lato anteriore destro, il cicalino (che manca nella serie 3000). Funzionamento e utilizzazione All'accensione della macchina, viene emessa una segnalazione acustica e sullo schermo compare la scritta «commodore basic 4.0 - 31743 bytes free - ready». In accordo con quello che è il normale modo di visualizzazione dell'8032, i caratteri sono minuscoli. Essendo il BASIC residente su ROM, l'8032 è pronto per essere programmato. Per accedere al disco, il discorso è diverso a seconda che si possegga una «vecchia» unità (2040/3040) o una nuova (4040 e 8050). Nel primo caso è necessario aprire il canale di comando (open 1,8,15, apre il canale 1 sul dispositivo 8 con indirizzo secondario 15, che abilita l'unità a ricevere comandi) ed eseguire l'inizializzazione dei dischetti inseriti nei drive: print#1, "i" (o "i0", o "i1" per inizializzare uno solo dei due dischi). Vengono letti, nella traccia 18 del disco, il nome e l'ID (identifier) di quest'ultimo e viene caricata in memoria la mappa degli spazi disponibili (BAM, Block Availability Map), che il computer utilizza per l'accesso (in lettura o in scrittura) ai file (dati e programmi). Se si toglie il disco e se ne inserisce un altro, l'unità 2040/3040 non si accorge di questa operazione, a meno che l'ID dei due dischi non sia diverso. Questo fatto è molto importante: se l'ID corrisponde, il computer seguita a operare secondo la BAM precedentemente immagazzinata: in caso di lettura si ha semplicemente un errore, mentre in scrittura le conseguenze possono essere molto peggiori, perché le informazioni possono essere scritte sopra ad altre preesistenti, che quindi vengono perse. Per questa ragione è opportuno, quando si esegue il «format» di un disco vergine, attribuire un ID sempre diverso: se si dimentica di inizializzare il disco dopo la sostituzione in un drive, così, il sistema rivela la difformità di ID e si blocca segnalando l'errore. Con le nuove unità il problema è superato: si accorgono dell'inserimento di un disco e ne eseguono automaticamente l'inizializzazione. |
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Non è, quindi,
necessario neppure il comando print#1,"i" all'accensione
della macchina. Questa procedura è non solo molto più sicura, ma anche
più comoda perché semplifica l'accesso iniziale. La nuova versione del
BASIC (4.0) presenta, fra l'altro, alcuni significativi miglioramenti
nella gestione del disco. Per controllare l'elenco dei file presenti su
un floppy (p. es. nel drive 0), la versione 3.0 richiede i comandi LOAD"$0",8
e poi LIST: il catalog viene caricato e listato come un programma e,
quindi, provoca la perdita del programma già eventualmente allocato in
memoria. L'alternativa è l'uso del DOS SUPPORT, residente su un
dischetto, che consente di eseguire il catalog con lo (strano) comando
@$0, o @$1, o @$ (catalog di entrambi i dischi). Il nuovo BASIC accetta
il comando «directory dx» (dove x è 0 o 1, il numero del drive; se
omesso vengono presentati entrambi i catalog), che può essere
abbreviato in «diRdx». E' possibile, indifferentemente, usare il
comando «catalog» (abbreviabile in cA) al posto di directory: ma non è
scritto nel manuale e, noi stessi, lo abbiamo scoperto per caso. Questa
non è, a dire il vero, l'unica cosa che i manuali «nascondono»:
1I, ad esempio, per il sistema significa list mentre pR vuoi dire
print#. Questa possibilità di abbreviazione, a quanto ci è stato detto
dagli stessi responsabili della Harden, non è descritta in nessun
manuale, ma viene «tramandata per via orale», ed esiste su tutti i PET,
compreso il 2001. Il DOS SUPPORT è fornito, in dotazione, anche con il BASIC 4.0; consente di utilizzare abbreviazioni per inviare alcuni comandi al disco. A parte il discorso del catalog (importante per il BASIC 3.0, ma non significativo per il 4.0), la caratteristica fondamentale consiste nel poter usare la barra e la freccia, seguite dal nome di un programma memorizzato su disco, rispettivamente per caricare e per caricare ed eseguire il programma stesso. La nuova versione del BASIC, abbiamo detto, consente una migliore gestione della memoria di massa. Alcuni comandi sono stati aggiunti, di altri è stato semplificato l'uso. Per la formattazione e la copia dei dischi, per la cancellazione e la ridenominazione dei file, ad esempio, nella versione 3.0 la forma del comando è PRINT#1 seguito, fra virgolette, dalla stringa di controllo composta da un carattere che specifica l'operazione da eseguire (S per scratch, R per rename, N per format ecc.) e dalle indicazioni necessario per il |
A sinistra, il listìng sul video di
una parte del programma che genera le finestre casuali visibili nelle
due foto in basso di pagina a fianco. |