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Due belle immagini in doppia alta risoluzione (560 per 192 punti) tratte dal disco Beagle Graphics. I 16 colori non possono essere qualsiasi in un gruppo di quattro punti.
gramma in linguaggio macchina: ha il vantaggio di non avere limitazioni sugli accostamenti di colore.
— L'alta risoluzione (HGR), 280 x 192 punti in 6 colori; è la solita del vecchio Apple II +, si gestisce da Basic, ma molto lentamente e ha delle grosse limitazioni sugli accostamenti dei colori.
— La doppia alta risoluzione (DHGR), 560 x 192 punti in 16 colori; non è gestibile da Basic ed ha ancora più limitazioni per quello che riguarda i colori, ma l'effetto risultante è comunque molto bello.
   Ci sono già in commercio alcuni programmi che aggiungono al Basic le istruzioni necessarie alla gestione della doppia alta risoluzione e da uno di questi abbiamo tratto le immagini che illustrano le possibilità grafiche dell'Apple IIc.
Conclusioni

A differenza dei predecessori Ile e II + il IIc non è un computer da hobbista o per un uso tecnico, sono infatti completamente spariti gli slot per espansione che fecero la fortuna dell'Apple II +. Cionondimeno le sue possibilità non sono diminuite di molto, anzi già da solo vale molto di più del vecchio II +. Certo non è possibile attaccarci un coprocessore matematico o espanderlo a 512 Kbyte, ne' si possono attaccare 14 disk drive o le schede grafiche da 1024 per 1024 punti in 4096 colori, però tutte queste cose servono a ben pochi utilizzatori, soprattutto tra le persone "normali". Il IIc è stato infatti pensato come versione da ufficio del vecchio Apple II. In questo campo ha sicuramente delle ottime carte, sia
per il video a ottanta colonne, sia per i 128 K di RAM, sia per il drive incorporato e non ultimi tutti i sistemi operativi professionali e i programmi di gestione già sviluppati e ormai collaudatissimi. Anche la filosofia di utilizzo, grazie alla presenza del mouse, si avvicina tanto a quella del Macintosh che lo può usare anche un bambino, basta guardare l'immagine nella foto di apertura (realizzata in meno di un minuto.) per rendersene conto. Tra i principali pacchetti sviluppati di proposito per il IIc e destinati ad un uso professionale spiccano il Tre per Te (Data Base, Spreadsheet e Word Processor), il Mouse Painter e i vecchi, ma sempre validi PFS, Visicalc e Apple Writer, che però non sono in grado di scambiarsi informazioni facilmente come il Tre per Te.
   La compatibilita' con i programmi per il Ile è totale: tra tutti quelli provati solo il SARGON III ha fatto le bizze e solo nella gestione dei file, tanti altri, anche protetti o con dischi di preboot, hanno girato tranquillamente.
   Anche la scelta della tastiera italiana si dimostra valida nell'ottica di un uso professionale in cui molto del lavoro sarà di scrittura testi; un po' meno comodo è programmarci sopra: non poche volte ho scritto numeri di riga tipo &!%% e si deve ricordare a memoria la corrispondenza tra il set di caratteri americano e quello della tastiera; ad esempio PR#1 diventa PR£1.
   Ma come già detto l'Apple IIc è un computer da prendere cosi com'è, con i suoi bravi programmi applicativi, piuttosto che per sviluppare proprie applicazioni particolari. Anche per questo la struttura chiusa della macchina (quello che c'è c'è, quello che non c'è non si può mettere) non ne limita affatto l'uso; magari unica mancanza potrebbe essere quella di uno Z80 per i programmi in CP/M. E, ricordiamo, si tratta di una macchina che nasce più per essere utilizzata con programmi fatti che per essere programmata.

Estratto da MCMicrocomputer n° 42, edizioni Technimedia, Roma
Autorizzazione alla pubblicazione concessa.